Tuesday, November 20, 2007

final document presented by Giovani nel Mondo at the CGIE Plenaria in Rome October 2007

Consiglio Generale degli Italiani all’Estero
Ministero degli Affari Esteri




DOCUMENTO PROPOSITIVO

in vista della

CONFERENZA MONDIALE DEI GIOVANI ITALIANI NEL MONDO


Premessa.

I giovani italiani all’estero sono un’importante risorsa per la proiezione dell’Italia nel mondo: sono intermediari necessari, mediatori culturali ed economici in rappresentanza del nostro paese. E’ pertanto necessario riconoscere questa loro funzione, dare adeguati spazi di intervento ed offrire loro poteri d’intervento nella partecipazione alla definizione delle politiche per gli italiani all’estero.

Missione.

Obiettivo prioritario per il perseguimento delle richieste che provengono dalle comunità all’estero e che la Conferenza intende cogliere è riuscire a coinvolgere il più ampio numero possibile di ragazzi e ragazze italiani o di origine italiana all’estero, che spesso restano estranei alla rete associativa tradizionale. Ciò tenendo conto che i giovani italiani nel mondo sono un universo eterogeneo, composto: dai discendenti della grande emigrazione del secolo scorso, oramai di seconda, terza o quarta generazione, inseriti nel Paese in cui vivono; dai nuovi emigrati, nella maggior parte dei casi giovani con titoli di studio, che decidono di trascorrere all’estero anche solo una parte della propria vita.

Oggi, pur riconoscendo che finora sono state le nostre comunità nel mondo con grande e persistente volontà - a mantenere vivo il legame con l’Italia, grazie al miglior livello di integrazione raggiunto nei paesi di residenza, è doveroso rendersi conto che tale presenza va attenuandosi, lasciando spazio ad altre esigenze, prima fra tutte quella di cogliere e di creare le condizioni – attraverso le opportunità che già esistono o che si delineeranno grazie all’apporto delle generazioni più giovani – per rinnovare il rapporto con le comunità all’estero. E’, in sostanza, l’Italia stessa che deve investire sui giovani.
La prossima Conferenza mondiale del 2008 diviene, pertanto, un evento indispensabile per l’avvio di una nuova tappa dell’emigrazione italiana. Tutti sono invitati, pertanto, ad intervenire per dare il loro contributo: dai giovani, in prima linea, alle istituzioni, le Regioni, le associazioni, i privati. Tutti dovranno investire, mettendo in sinergia, le risorse necessarie per il suo buon esito e l’affermazione di un nuovo rapporto con l’Italia di oggi all’estero.

Contenuti.

Dal punto di vista dei contenuti, costituiscono un esempio assai costruttivo i documenti risultanti dalle riunioni, incontri e consulte che alcune regioni hanno già sperimentato per i propri giovani nel mondo: è il caso della Toscana, dell’Emilia-Romagna, del Veneto e del Trentino. Anche dai documenti scaturiti dai giovani rappresentanti alle riunioni continentali emerge con forza la volontà di partecipare.
Nonostante i diversi contesti geo-politici, i punti di discussione che si ritrovano nella totalità dei documenti vertono su cinque concetti principali: Informazione, Identità, Interculturalità, Interscambio, Formazione professionale e mondo del lavoro.

L’Informazione: a tutti i livelli ed in tutti gli ambiti perché senza informazione non vi è possibilità di un recupero della memoria, della sedimentazione della memoria e del rafforzamento dell’identità italiana in un contesto globale in cui l’interculturalità sussiste come dato di fatto imprescindibile e di cui occorre tenere il massimo conto. Di qui l’esigenza di un interscambio fra le comunità e l’Italia, dal quale non può essere disgiunto il momento formativo. In particolare, la formazione professionale è uno dei punti salienti che emergono dal dibattito dei nostri giovani all’estero, come momento di arricchimento per una migliore affermazione nel mondo del lavoro.

I cinque aspetti:

L'Informazione : la pur enorme quantità di notizie provenienti dall’Italia e sull’Italia, che viaggia tramite Internet o diffusa dai media tradizionali, non soddisfa – se non in parte - le richieste delle nostre comunità ed ancor meno risponde all’improcrastinabile esigenza di “conoscenza” dei giovani italiani o di origine italiana all’estero.
E’ un dato di fatto: la parzialità delle informazioni, spesso ad uso degli addetti ai lavori, la superficialità degli interventi, i linguaggi utilizzati: dal sindacalese all’accademico, passando per il politichese e lo sportivo: se non ne rendono facile la comprensione agli italiani nel Paese, ben più criptici risultano alle comunità all’estero abituate ad altro tipo di informazione, ad altri sistemi politici, ad altri valori.

I giovani italiani all’estero chiedono un’informazione approfondita, concreta, maggiormente obiettiva: meno giri di parole e più sostanza nelle notizie che arrivano alle comunità e dai media delle comunità. Un’informazione utile a conoscere il Paese e le sue dinamiche, a fornire riferimenti ed indicazioni sulla realtà italiana.

L’invito e la proposta ai media è quello di realizzare un’informazione pronta a dialogare, a rispondere alle loro domande, che faccia propri i concetti di interattività e multidimensionalita’, che si esprima nelle maggiori lingue veicolari delle nostre comunità.

Identità italiana : al di là delle implicazioni politiche, il riconoscimento del voto in loco all’estero per le elezioni politiche italiane ha aperto le porte ad una nuova “lettura” della “cittadinanza” quale momento di partecipazione sociale, culturale e politica.
In questa ottica, le comunità italiane all’estero sono riconosciute parte integrante dell’Italia, a prescindere dai confini territoriali, che investe direttamente i suoi protagonisti, come soggetti attivi dell’essere e del divenire.
In questo quadro è lecito domandarsi quale significato possa avere questa appartenenza identitaria per le seconde, terze, quarte o quinte generazioni di giovani di origine italiana all’estero, al di là della partecipazione politica che – dobbiamo tener presente - investe solo una parte dei giovani e, soprattutto, interessa un segmento minoritario.
La risposta non può essere univoca, differisce dal contesto geo-politico e sociale di appartenenza: ciò che è valido per la Svizzera o per l’Argentina, è meno rilevante per gli Stati Uniti o per il Sud Africa. Un dato, comunque, emerge identico in tutti i contesti: la valenza che l’identità italiana ha nella memoria delle origini ed in quella dei processi di radicamento sul territorio del Paese di residenza. Come anche nella espressione di valori e credenze che spesso incredibilmente sopravvivono nei più diversi contesti culturali. Una eredità identitaria che emerge dalle stratificazioni culturali, dalle sedimentazioni che fa aggiungere a cittadini argentini o canadesi od australiani il prefisso “italo” o “di origine italiana”, che fa sentire partecipi di una millenaria cultura, anche chi di questa cultura ha beneficiato molto poco fino ad oggi.
Con la riscoperta, il collegamento ed il “recupero” - senza nascondersi dietro altri termini - delle generazioni di origine italiana all’estero si aprono nuove frontiere al dialogo. Grazie alle nuove tecnologie un nuovo protagonismo comincia a farsi avanti. Spetta al Paese Italia il compito di aprirgli le porte.
In questo senso risulta doveroso, oltre che rispondente a ciò che è stato finora affermato in tutte le sedi e contesti, di rispondere alla richiesta di approfondimento della conoscenza della lingua attraverso l’organizzazione di corsi gratuiti e di soggiorni in Italia.
Al tempo stesso, viene avanzata la proposta dell’istituzione di corsi universitari, ma non solo, di storia e progetti volti alla promozione della cultura cinema, musica, teatro, letteratura e gastronomia del nostro Paese.

Interculturalità : la “contemporaneità” italiana nel mondo con l’inserimento a pieno titolo delle nostre comunità in altri contesti socio-economici, valoriali, culturali e professionali , ma anche il vivere quotidianamente a contatto con altri flussi migratori e con quanto concerne, in generale la globalizzazione, se da una parte ha contribuito ad incrementare l'interazione delle nostre comunità all’estero, dall’altra ha inevitabilmente modificato il loro corredo identitario, producendo lo sviluppo di realtà interculturali di cui è fondamentale tener conto per promuovere un concreto e reale dialogo con le nuove generazioni. Parlare di comune identità italiana non può, infatti, prescindere dal momento storico in cui si vive e nel quale vogliamo che i nostri giovani esprimano le proprie capacità e risorse.
Il dialogo tra le culture è, dunque, parte integrante del dialogo con i giovani all’estero e con esso si incrementa l'impegno alla solidarietà, alla giustizia sociale ed al rafforzamento ed alla creazione di nuove efficaci partnership con i loro paesi di residenza.
Alle Istituzioni italiane il compito di ricevere ma anche di inviare e di “promuovere” alla luce di contesti diversi, di input nuovi, proprio delle nuove generazioni insofferenti del tradizionalismo ed immerse nei fenomeni della globalizzazione con la quale tutti dobbiamo confrontarci.
L’invito immediato ai giovani è quello di aprire nell’immediato il dibattito sui flussi migratori, i loro effetti, che impegna non solo l’Italia ma attraversano tutti i Paesi del cosiddetto mondo industrializzato e post industriale.
Inoltre, si invita ad una riflessione sulla creazione dei gruppi di lavoro, composta da ricercatori e docenti di origine italiana presenti negli atenei italiani e dei Paesi dove risiedono le maggiori comunità che affronti il tema della interculturalità.


Interscambio : alla richiesta di interscambi, da più parti avanzata dai giovani. Si aggiunge la proposta che tali strumenti di conoscenza possano essere effettuati in più direzioni, non solamente verso l’Italia ma anche fra le diverse comunità degli italiani all’estero, in modo da creare legami fra le diverse esperienze di emigrazione, rafforzando in tal modo le comuni radici culturali.

In quest’ambito, inoltre, l’idea è di favorire anche l’interscambio fra i giovani italiani all’estero ed i giovani italiani in Italia oltre che con le rappresentanze delle organizzazioni giovanili e professionali presenti nel mondo.
Il sostegno all’apertura di nuovi spazi di dialogo sui diversi fronti culturali e professionali, come, ad esempio, con borse di studio.

Formazione professionale, accademica e mondo del lavoro: per quanto concerne il mondo del lavoro, si ritiene essenziale la messa a punto di un gruppo di lavoro sul riconoscimento dei titoli di studio fra i vari paesi come condizione necessaria per l’agevolazione alla mobilità professionale e scolastica oramai indispensabile nella nostra società globalizzata. In questo senso, risulta essenziale l’apertura di un dialogo diretto e costante con il Ministero del Lavoro. Sempre con l’intento di garantire una migliore mobilità, si richiede di facilitare la formazione professionale e post laurea con possibilità di stage e workshop ai vari livelli.




Associazionismo giovanile

Infine, il dibattito all’interno della Conferenza dovrebbe inoltre affrontare la questione essenziale di come favorire l’associazionismo nel mondo giovanile: stimolare ed incrementare la partecipazione a livello locale per creare una rete meglio organizzata anche a livello transnazionale.

Tale rete darà la possibilità di creare un vero dialogo fra tutti gli attori coinvolti, una comunicazione dinamica e pluridirezionale tra i giovani italiani all’estero, nei e fra i propri paesi, e i giovani in Italia.

Come primo passo verso una comunità che sia veramente globale, si ritiene necessaria la creazione immediata di un forum web nel sito del CGIE quale strumento di incontro, interazione, scambio e di sintesi.

Al tempo stesso il sito conterrà approfondimenti ed una banca dati aggiornata in progress dove facilmente reperire informazioni sulle strutture e sulle organizzazioni che offrono opportunità di formazione linguistica, professionale, culturale, ma anche informazioni sui centri di aggregazione e associazioni italiane nei diversi paesi.


Percorso in vista della Conferenza

Per il buon esito della Conferenza è necessario suscitare la partecipazione e l’interesse del maggior numero possibile di ragazzi e ragazze ed è essenziale che le idee e le opinioni possano circolare ed essere di facile fruizione. A tal fine un ruolo fondamentale dovrebbe essere svolto dalla rete diplomatico-consolare e con i Comites locali inisieme alla rete diplomatico-consolare, università, associazioni, istituti di cultura e Cammere di Commercio, con il compito di accompagnare, sostenere e motivare i giovani all’incontro, allo scambio e alla discussione.

Il percorso che si intende compiere dovrebbe prevedere:

- incontri diretti fra i giovani nelle varie circoscrizioni consolari;
- conferenze nazionali;
- conferenze continentali.

I preziosi apporti di tali incontri confluiranno nella Conferenza mondiale.


Partecipazione

Alla Conferenza dovrebbero partecipare i giovani italiani ed oriundi, di età compresa fra i 18 e i 35 anni, che si siano contraddistinti nell’impegno dei lavori preparatori della Conferenza.

A selezionare i rappresentanti dovrebbero essere i giovani in collaborazione con i Comites, la rete diplomatico-consolare, le università, il mondo delle associazioni etc…. Si ribadisce a tal fine l’importanza delle conferenze circoscrizionali, non solo per il valore che apporteranno alla discussione, ma anche per l’esempio di democrazia e trasparenza che rappresenteranno nell’individuazione dei giovani che in seguito parteciperanno alle riunioni nazionali e continentali.

Pubblicità

Coinvolgere il più ampio numero possibile di giovani è elemento che dà valore alla missione principale, che il CGIE e le altre istituzioni, primo fra tutti il Vice Ministro per gli Italiani nel Mondo, hanno recepito e deciso di concretizzare, oltre che utile a fornire argomenti su cui lavorare.

Si ritiene di grande importanza la promozione della Conferenza stessa attraverso l’aiuto che potrà venire dal CGIE, dai Comites, dalle associazioni, dalle rete diplomatico-consolare e dagli Istituti Italiani di Cultura.

Un grande lavoro verrà sicuramente svolto anche dal gruppo dei giovani rappresentanti che, attraverso lo strumento sempre efficace dei rapporti interpersonali, porteranno ad una diffusa conoscenza dell’iniziativa: In questo senso l’immediatezza e la permanenza che “la rete” offre saranno elementi imprescindibili nel dialogo con i giovani e fra i giovani per una loro costante presenza e partecipazione.

Document written on behalf of SA Italian Youth at the CGIE Meeting held in Miami USA September 2007

La comunità Italiana all’estero: un valore e una risorsa.
Il ruolo delle nuove generazioni.

Siamo Romina Crosato, 27 anni, e Ermerita Cristaudi, 19 anni tutte e due nate in sudafrica da genitori italiani. Entrambi facciamo parte della communità italiana in sudafrica tramite la nostra partecipazione nelle varie associazioni o tramite vari istituzioni italiane.

Siamo state contente poter partecipare alla riunione svoltasi in Miami per la Commissione Continentale dei Paesi Anglofoni extraeuropei. Alla riunione abbiamo conosciuto altri giovani provenienti dai vari paesi anglofoni, ed e’ stato interessante constatare che molti dei nostri problemi sono comuni. Come e’ stato molto interessante verificare che altri problemi a noi conosciuti non toccano benche’ minimamente i nostri coetanei che vivono, fortunatamente per loro, in paesi piu’ civili, piu’ sviluppati, meno pericolosi, piu’ orientati ed organizzati per la tutela dei diritti civili, per la tutela degli anziani, delle donne, dei bambini, per il diritto all’occupazione, allo studio, alla formazione e aperti alle possibili opportunita’ in modo paritario.

Il Sudafrica e l’Africa in generale sono ben altra cosa.

Problemi comuni nelle nostre comunita’ sono ad esempio la perdita della lingua italiana, specialmente nelle nuove generazioni, la difficolta’ a partecipare a corsi di lingua indetti dalla Dante Alighieri, molto spesso per le enormi distanze, la mancanza dei corsi di lingua integrati nei curriculum della scuola pubblica, la mancata partecipazione nella vita dell’ associazionismo, nei COM.IT.ES, nei centri ricreativi come i circoli italiani, la mancanza di locali adatti ad accogliere i giovani nelle strutture comunitarie
Per noi la soluzione per ovviare a questi problemi e’ renderci parte attiva del processo decisionale per tutto quello che puo’ riguardarci come giovani in prospettiva del nostro futuro. Questo speriamo di realizzarlo innanzitutto con le nostre forze, poi con l’aiuto dei nostri connazionali piu’ anziani ed esperti di noi in problematiche comunitarie, ed infine con l’aiuto delle istituzioni e del Governo italiano, investendo di piu’ sui giovani italiani nel mondo, considerandoci una possibile risorsa anche per un torna conto ed un servizio alla nostra nazione di origine. Siamo ben consapevoli che senza il nostro impegno come primo obbiettivo non riusciremo ad arrivare lontani, ma siamo anche consapevoli che senza adeguati mezzi di sostegno non si arrivera’ lontani lo stesso, specialmente in paesi come il nostro, appartenente al continente Africa.

E’ nostra intenzione, assieme ai giovani sudafricani che ci hanno preceduto, sfruttare questa occasione che ci e’ stata offerta dal CGIE e passare subito al lavoro. Creare una rete di comunicazione telematica che favorira’ il dialogo tra noi giovani residenti in questo grande paese dovunque ci troviamo. A sua volta tenerci in contatto con i giovani degli altri paesi Anglofoni e aggiornarci su tutto. Questo come punto di partenza, il resto verra’ mano mano che percorreremo la strada tutti insieme.

Ci sono altri aspetti da tenere presente nella realtà sudafricana, aspetti che non sono comuni agli altri paesi anglofoni:

1. il discorso dell’ “Affirmative Action”, il “Black Economic Empowerment” che penalizza i nostri giovani nell’ambito del lavoro;
2. il non riconoscimento dei nostri titoli di studio da parte dell’Italia;
3. il diritto allo studio e alla partecipazione nelle universita’ che non e’ piu’ garantito
ed e’ sempre piu’ difficile per noi giovani di origini europee;
4. la mancanza di corsi di formazione;
5. il pesante declino dei servizi a nostra disposizione che ci penalizza;
6. la liberta’ di movimento, dovuta alla totale mancanza di mezzi pubblici;
7. la mancanza di liberta’ associativa, possibile solo in luoghi chiusi e molto spesso barricati dietro altissime mura o reticolati elettrici;
8. lo stress continuo a cui siamo quoditianamente sottoposti per il vertiginoso crescere della criminalita’, sopratutto quello che ci spaventa e’ l’inaudita violenza che caratterizza la nostra criminalita;
9. e tante ma tante altre cose che ci fanno constatare che non siamo giovani alla pari degli altri paesi civili.

Vorremmo che le nostre peculiari condizioni di vita giornaliera, simili solo ai giovani che vivono in altri paesi africani e forse ad alcuni dell America Latina, siano presi in considerazione da voi tutti con serena semplicita’ ma anche con senso di responsabilita’.
Questi problemi costringono tanti dei nostri giovani ad emigrare sopratutto nei paesi anglofoni, alla ricerca di un futuro basato sulle opportunita’ e sulla sicurezza.

Come giovani, dalla nostra analisi abbiamo identificato varie carenze:

1. Nell’università c’e` la mancanza di professori e materiale di studio adatto. Nell’anno 2006, circa 100 studenti erano iscritti nel corso di primo anno d’italiano, nell 2007 sono rimasti solo 10 per il corso del secondo anno. Non ci sono professori adatti per condurrere le lezioni in modo efficace e gli studenti naturalmente si disinteressano e decidono di non continuare con i corsi. Inoltre gli studenti di italiano non hanno accesso a materiale recente per studiare. Il fatto è che dall’Italia non arrivano libri e reviste adatte per gli studi. La nostra proposta è di creare un gemellaggio tra università italiane e sudafricane per poter facilitare lo scambio di studenti, professori e materiale per formare un legame ed una continuità di scambi culturali. Inoltre è molto importante ricevere materiale recente per gli studi dall’Italia o tramite l’università o tramite il governo italiano.

2. È necessario favorire l’aumento di finanziamenti per ottenere borse di studio per i giovani italo-sudafricani. Purtroppo l’università non è sussidiata neanche in parte e con l’alto costo della vita, tanti giovani italo-sudafricani non hanno la possibilità di iscriversi all’università.

3. Vorremmo organizzare programmi di scambi e stages di lavoro in modo da sviluppare nuove opportunità per noi giovani e per formare un dialogo interculturale tra giovani che vivono in Italia e giovani italo-sudafricani.

4. Purtroppo, come gia’ detto, per motivi come il “Black Economic Empowerment” è molto difficile per un giovane trovare un lavoro idoneo per la sua qualifica. Il nostro scopo è di creare un “database” di studenti e laureati accesibile alle compagnie italiane e sudafricane interessate ad impiegare giovani italiani con o senza qualifiche.

5. È neccessaria la realizzazione di un centro informatico per i giovani, che potrebbe funizionare tramite i COM.IT.ES, il CGIE od un’associazione idonea, per avere un costante scambio di informazioni bilaterali, specialmente per quanto riguarda opportunità riguardante borse di studio, stages o interscambi.

6. Desideriamo lamentare anche lo scarso contenuto dei programmi di RAI International. Certamente non ha nulla d’interessante per noi giovani di oggi. Sarebbe opportuno se la RAI offrisse l’opportunità di fare un sondaggio sulle preferenze dei giovani. Siamo gia’ abbondantemente penalizzati perche’ non abbiamo piu l’opportunita’ di ricevere ne giornali, ne libri, ne riviste di nessun genere dall’Italia da quando l’Alitalia ha chiuso dopo 60 anni di collegamenti con il Sudafrica. In realtà con gli attuali programmi trasmessi dalla RAI International il legame sta scomparendo ogni giorno.

7. Vogliamo ringiovanire i centri ricreativi gia esistenti, con il passare del tempo, questi “clubs” sono rimasti statici senza nessun miglioramento per attirare la gioventù. In fatti la gioventù riconosce che i locali sono belli e grandi, però non trovono niente di interessante. Vogliamo trasformare quello che abbiamo in strutture che possano attirare i giovani di domani. I clubs non devono più essere solo dei posti dove mangiare e giocare a bocce o a carte, ma anche dei posti culturali e sociali per accogliere i giovani. Cioè è neccessario che chi gestisce i clubs e i presidenti delle associazioni non ci oppongano resistenza, ma siano aperti alle nostre proposte. Speriamo che con l’aiuto del CGIE e dei COM.IT.ES questo sia realizzabile senza dover troppo combattere con le generazioni precedenti.

Concludiamo con un appello rivolto alle nostre autorita’ governative affinche’ possano aiutarci a rimanere in questo paese per poter contribuire alla sua crescita, ma allo stesso tempo poter garantire un futuro per la divulgazione della nostra lingua, cultura, tradizione italiana, nella nostra realta’ sudafricana.

È importante ricordare inoltre che senza il recupero dei giovani anche le strutture già esistenti non potranno svilupparsi e andranno con il tempo a morire.

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Romina L Crosato
Ermerita Cristaudi